mercoledì 14 settembre 2016

La Divina Commedia in 2 minuti - Inferno, Canto I




Vi presentiamo il nostro nuovo progetto: La Divina Commedia in 2 minuti.
Si tratta di una serie di video che affronterà tutti i canti della Divina Commedia, in modo semplice, breve, ed accessibile a tutti, ma (speriamo) mai banale.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita”. Nel dire “nostra vita”, già dai primi versi della Divina Commedia, Dante ci fa capire che il viaggio che sta per compiere non è soltanto il suo viaggio, ma è in realtà il viaggio dell’intera umanità.
Dante in un momento di smarrimento della propria vita si risveglia in una selva buia, intricata, spaventosa. Impaurito, cerca subito di scappar via, e giunge ai piedi di un colle illuminato dai raggi del sole, che rappresentano l’unica sua salvezza. Ma ecco che, appena inizia a salire su per il colle, la sua strada viene sbarrata da una lonza che gli impedisce il cammino. Il poeta si sente però confortato dalle circostanze temporali, poiché è l’alba, ed è primavera. Ma prima un leone e poi una lupa lo inducono a tornare sui propri passi. Secondo l’interpretazione dominante, le tre fiere rappresentano rispettivamente la lussuria, la superbia e la cupidigia, vizi responsabili dei mali del mondo.
Dante viene allora nuovamente spinto verso la selva. Ma ecco che gli si manifesta un’anima alla quale chiede aiuto. Questa si presenta come poeta, e si rivela poi essere l’anima del poeta latino Virgilio, il quale lo invita a risalire il colle. Dante, allora, si profonde in elogi per quello che definisce
il suo maestro, e gli chiede di aiutarlo. Allora Virgilio gli spiega che per uscire dalla selva dovrà percorrere un altro itinerario e gli si offre come guida. Insieme scenderanno nell’inferno, dove incontreranno le anime di coloro che sono dannati per l’eternità, poi risaliranno per il Purgatorio, e solo infine Dante potrà giungere al Paradiso. Purtroppo qui Virgilio non potrà accompagnarlo, poiché non essendo battezzato in quanto nato prima della venuta di Cristo, non può avere accesso alla beatitudine eterna. Così, guidato dal suo maestro, anche lui poeta, Dante, rappresentante dell’intera umanità, inizia il proprio viaggio nei regni dell’Aldilà.