lunedì 5 dicembre 2016

La Divina Commedia in 2 minuti - Inferno, Canto II



A cura di Manlio Marano

Il secondo canto dell’Inferno è il canto del dubbio.
Verso il tramonto Dante si accinge a compiere l’arduo cammino dopo aver invocato le muse. Ma subito manifesta a Virgilio i propri dubbi. È vero che prima di lui già Enea e San Paolo avevano compiuto quel viaggio. Ma l’uno era il grande fondatore di Roma, che diventerà poi Impero e sede del papato, e l’altro era San Paolo, che scese nell’oltretomba per portare conforto alla fede cristiana, allora nascente. Di fronte alla grandezza di questi due personaggi, i dubbi di Dante sono legittimi. Peraltro, se non li avesse manifestati, avrebbe peccato di superbia.
Ciononostante, Virgilio lo rimprovera accusandolo di viltà, e gli racconta del motivo per il quale egli si sia trovato a fargli da guida. Allora Virgilio spiega a Dante che è stata la stessa Beatrice a chiedergli di aiutare il suo amico in difficoltà. Questa è scesa nel Limbo, dove Virgilio era tra “color che son sospesi”, per invitarlo a soccorrere Dante. Ella aveva spiegato al poeta latino che era stata spinta a far ciò da Santa Lucia, che rappresenta l’allegoria delle grazia illuminante. Questa però, aveva agito, a sua volta, su richiesta della Madonna stessa. Dante allora, confortato dal sapere che tali tre donne nel cielo sostengono il suo cammino, rinvigorisce come i fiori piegati e chiusi dal gelo notturno, che, dopo essere stati riscaldati dal sole, si drizzano sul loro stelo.
Allora Dante, nell’aere bruno del tramonto, che anticipa il buio dell’Inferno, è pronto a seguire il suo maestro.
Questa volta il viaggio può veramente avere inizio.

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