sabato 10 dicembre 2016

La Divina Commedia in 2 minuti - Inferno, Canto V (Paolo e Francesca)



A cura di Manlio Marano

Il Quinto Canto dell’Inferno è uno dei canti più conosciuti della Divina Commedia, probabilmente perché affronta il tema dell’amore con versi di una bellezza poetica senza tempo.
Dante e Virgilio scendono nel Secondo Cerchio, dove incontrano Minosse, giudicatore infernale. Questi esamina le colpe dei peccatori e, arrotolando la sua coda mostruosa, assegna a ciascuna anima il luogo della pena. Minosse vede Dante e, notando che è vivo, lo invita a guardarsi dall’avanzare. Ma Virgilio, come già aveva fatto con Caronte, tiene a bada Minosse, indicandogli che la presenza di Dante in quel luogo è voluta da Dio stesso.
Nel buio fitto dell’Inferno, Dante allora intravede delle anime. Queste sono travolte da un vento inarrestabile, che le trascina senza controllo in tutte le direzioni, mentre loro si abbandonano a grida e a lamenti. Dante chiede dunque al suo maestro l’identità di quelle anime, e Virgilio gli mostra alcuni grandi personaggi della storia, peccatori di lussuria e morti d’amore.
Tra questi vi sono l’imperatrice Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena di Troia, Achille, Paride, Tristano ed altri.
Dante viene poi colpito dal procedere lieve di una coppia a cui rivolge la parola. Si tratta di Francesca da Rimini e di Paolo Malatesta, tra loro cognati, e protagonisti di una tragica storia d’amore. Essi si erano innamorati leggendo dell’amore tra Ginevra e Lancillotto. Questa fu la causa della loro morte poiché il marito di lei, nonché fratello di lui, Gianciotto Malatesta, scoprì questo loro amore e li uccise entrambi.
La partecipazione emotiva di Dante è fortissima. Egli aveva infatti conosciuto le teorie dell’amore cortese, contrarie ad ogni rapporto di amore codificato da leggi e da vincoli. Tuttavia, la condanna è netta, poiché i due amanti, seppur attraverso la nobilitazione letteraria, si erano comunque abbandonati al peccato di adulterio e di lussuria. Nonostante tutto, la commozione di Dante è talmente intensa che, dopo aver ascoltato la storia di Paolo e Francesca, il poeta, sopraffatto dalla pietà, sviene. “E caddi come corpo morto cade”.

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