martedì 6 dicembre 2016

La Divina Commedia in 2 minuti - Inferno, Canto IV



A cura di Manlio Marano

Dante si risveglia improvvisamente sull’altra riva dell’Acheronte e, insieme a Virgilio, scende nel primo cerchio dell’Inferno, il Limbo. Qui viene colpito da intensi sospiri che provengono dalle anime dei bambini morti prima di essere battezzati, insieme con tutte le donne e gli uomini vissuti prima della venuta di Cristo. Questi non hanno rifiutato Dio, ma semplicemente non hanno potuto conoscerlo. Per tale motivo, la loro unica condanna è la lontananza stessa da Dio. 
Virgilio, che condivide la sua condanna con queste anime racconta poi a Dante di quando Cristo scese nel Limbo per portare in cielo le anime dei patriarchi dell’Antico Testamento. 
Mentre continuano a camminare, Dante vede una luce e capisce che in quel luogo vi è gente degna d’onore. Allora, insieme con Virgilio, Dante viene accolto dai grandi poeti dell’antichità: Omero, Orazio, Ovidio e Lucano, e sente l’orgoglio di essere il sesto tra quei grandi poeti. 
Dante viene poi condotto da questi all’interno di un castello racchiuso da sette cerchi di mura e difeso da un fiume. Da un’altura si vedono le anime che abitano quel luogo.
Si tratta degli spiriti magni, ovvero i grandi uomini della cultura classica, e non solo. Tra questi Dante scorge Giulio Cesare, Enea, Cicerone, Aristotele, Averroè, il Saladino, ed altri. Essi sono coloro che, inconsapevolmente, hanno testimoniato la presenza di Dio con le loro opere, e Dante non può non riconoscerne la grandezza. Questi parlano di rado e con voci soavi. Il loro sereno distacco, la loro dignitosa compostezza e il loro autorevole aspetto sono i segni estetici della loro superiorità intellettuale e morale. 
Dopo aver ammirato queste anime, Dante si diparte da quei poeti che gli avevano fatto l’onore di accoglierlo come sesto fra loro. Egli non sapeva ancora però, o forse sì, che la Storia lo avrebbe poi riconosciuto come il primo tra i poeti. 
Alla fine del Canto, Dante e Virgilio giungono in un luogo dove il buio regna sovrano.

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